Emergenza Covid all’insegna dell’improvvisazione, dell’arroganza, della violazione dei diritti dei lavoratori da parte della Usl Toscana Nord Ovest. Una Direzione Aziendale sprovvista dopo due anni di pandemia Covid di un minimo piano progettuale in grado di gestire la prevedibile diffusione dei contagi. Il Direttore Generale e il suo staff pensa, nella più completa confusione e approssimazione, di poter aumentare 159 posti letto dentro l’ ospedale di Livorno, di trasformare pezzo per pezzo la medicina dell’ ospedale di Cecina in Covid mandando in tilt la rianimazione, di trasformare l’ ospedale di Campiglia in cure intermedie Covid nel giro di un giorno, di allestire i Covid anche dentro l’ospedale di Piombino, di aprire la bolla Covid dentro il Pronto Soccorso dell’ ospedale di Portoferraio. Intanto sul territorio si moltiplicano in modo esponenziale tamponi e vaccinazioni. Il tutto a ZERO RISORSE PERSONALE. Gli uffici infermieristici, in una vera gara di “bravura” e “sottomissione” ai voleri aziendali, invece di rappresentare le problematiche assistenziali per l’ aumento dei carichi di lavoro si ingegnano a rastrellare il personale dai vari reparti senza preoccuparsi di formazione e affiancamento, moltiplicando le ore di lavoro, calpestando gli istituti contrattuali e mettendo in discussione i parametri di sicurezza. E intanto a Livorno si riducono gli interventi chirurgici, a Cecina i pazienti di medicina non trovano più posto in ospedale, a Campiglia si limita la possibilità di fare la riabilitazione ecc..ecc..